Anni fa avevo la mia personale spacciatrice di finocchiettto selvatico.Una simpatica e tenera vecchina che aveva un banco al mercato.Nella sua campagna ne cresceva tanto e me ne portava tanti mazzi...certo,li pagavo a peso d'oro...ma lei era così tenera.Finchè un giorno la catastrofe.Avevo appena partorito la mia seconda bimba e la ridente vecchina,con voce da orco,mi disse:"Ma quanto sei rimasta grassa?Te sei proprio ridotta male".Beh,ho mandato gentilmente ad acchiappare farfalle lei e il suo banchetto.Grrrr.
Così è iniziata la mia ricerca del finocchietto perduto."Non è l'aneto.E non è nemmeno la barba del finocchio".Io in assetto da guerra,con tanto di elmetto e pistola spara acqua e questa frase ripetuta a tutti i fruttivendoli di Roma e provincia.Hanno cercato di propinarmi qualsiasi pezzo di erbetta verde capitava loro tra le mani.Ormai avevo perso le speranze.....finchè è apparso magicamente sugli scaffali di un supermercato.Cosa ho imparato da questa storia?Mai perdere le speranze e mai fidarsi delle tenere vecchine!
Pasta al finocchietto selvatico:
Ingredienti:
1 mazzetto di finocchietto selvatico (in assenza usate i semi di finocchio)
100 gr pancetta affumicata a dadini
1/2 cipolla
1 spicchio di aglio
olio
prezzemolo
sale,pepe
Fare rosolare la cipolla e l'aglio tritato con la pancetta.Unire il finocchietto lavato e tagliuzzato,il prezzemolo,il sale e il pepe.Coprite con acqua e cuocete dolcemente finchè il sughetto non si restringe.Cuocere la pasta e condirla con la salsa preparata e una spolverata di parmigiano (ricetta di Lejla Sorrentino con modifiche apportate da me )
Sono strafelice!!Apro il blog e cosa ti trovo ?Un premio meraviglioso da parte di Anna del blog Il dolce mondo di Anna!!
E' stata una bellissima sorpresa!!! GRAZIE!!!
Il premio è stato ideato da Mona di MonaLandiabeauty e queste sono le regole:
1. Citare chi ha creato il premio e linkare l'immagine con riferimento al suo blog.
2. Ringraziare chi ci ha premiati
3. Premiare altre 5 Bloggers e comunicarglielo.
Io premio i seguenti blog:
Moralmente devolgo il premio a tutti i blog che seguo,ringraziandoli!!
Ieri mi auto-celebravo.Oggi mi auto-cito.Un pò di megalomania forse? ^_^
Comunque.Ieri sul mio profilo Facebook ho pubblicato la foto di un paio di occhiali da vista con queste parole.
"Un piccolo regalo per chi vede sempre gli altri attraverso solo i propri occhi e il proprio naso e non va mai oltre.A chi non tollera sfumature,a chi non capisce la sofferenza degli altri o la giudica poca cosa perchè la interpreta a suo modo.Ma un modo non è mai uguale ad un altro."
E lo dedico ad una mia amica virtuale ma reale nello stesso tempo.Una splendida persona alla quale le difficoltà della vita,lo stress di tutti i giorni le stanno risucchiando mano mano tutto il carattere ,tutta la disponibilità e la comprensione che fanno parte di lei.E miete vittime su vittime,incomprensioni..e mi dispiace ,così tanto.Ma fa l'errore che facciamo tutti.La nostra esperienza,il nostro sentire diventano sovrani.E i vestiti ci si incollano addosso e non riusciamo più a metterci nei panni degli altri.
Bando alle ciancie.Indovinate perchè 'sta ricetta si chiama Scarpariello?Perchè vi sfido.
A non fare la scarpetta!!Io l'ho fatta.Alla faccia di Monsignor Dalla Casa e del Galateo!!!
(in relatà sembra che debba il suo nome al fatto che fosse la ricetta preferita dagli scarpari,cioè i calzolai,napoletani.Povera ma gustosa nello stesso tempo)
Pasta allo Scarpariello
Ingredienti:
1 scatola da 800 gr di pomodori pelati
aglio
vino bianco
tante foglie di basilico
origano
peperoncino (se vi piace)
1 cucchiaino di zucchero
Prendete una padella e soffriggetevi l'aglio tagliato in due.Sfumate con il vino bianco (occhio agli schizzi),togliete l'aglio e aggiungete i pomodori spezzettati,il sale,un pò di zucchero e le foglie di basilico.fate cuocere a fiamma vivace.Cuocete la pasta e spadellate con il sugo preparato,aggiungendo una spolverata di origano.
Ultima chicca (me l'ha data una signora di Ischia anni fa).una bella grattugiata di scamorza fresca sopra la pasta impiattata.Il formaggio si scioglie e....beh ve lo lascio immaginare!!!
Avviso ai naviganti.Questo è un post autocelebrativo.Me lo dedico,come la torta che ho fatto,una delle mie preferite.E' il mio onomastico e mi faccio tanti auguri anche se porto un nome che con me non c'entra nulla.
Monica vuol dire "solitaria,eremita".No,non corrisponde.
A Monica piace il numero quattro.Lo detesto in verità.
A Monica piace il blu.Penso di non avere nemmeno un calzino di questo colore.
Si dice che le proprietarie di questo nome siano precise e metodiche.Ma anche no.Da me regna l'imprecisione e l'assenza di metodo.
Monica in famiglia cerca di predominare per far risaltare l'ordine,la disciplina e l'autorità.Aspettate che mi guardo intorno.Ehm...no nemmeno questo corrisponde.
Ma allora,che c'entro io con questo nome?un bel niente.
Però a pensarci da piccola piantavo delle storie a mia mamma con tanto di musi lunghi perchè aveva avuto l'ardire di non chiamarmi Cenerentola.
Mumble...mumble...va beh preferisco Monica.
Auguri a me!!!!
(la ricetta viene dal solito blog francese Mathilde en Cuisine)
Con questa ricetta partecipo al contest peperoncino e cannella
Torta morbidissima alle mele e cannella
Ingredienti:
100 gr farina
1/3 bustina di lievito per dolci
60 gr zucchero
50 ml latte
45 gr burro morbido
2 uova
2 mele acidule
cannella
1 pizzico di sale
Separate gli albumi dai tuorli e montateli a neve con il pizzico di sale.
Montate i tuorli con lo zucchero finchè diventano chiari.Aggiungete la farina,il lievito e il burro morbido.Unite il latte ,la cannella (una spolverata) e infine gli albumi montati a neve,mescolando sempre nello stesso verso per non smontarli.Terminate incorporando le mele che avrete precedentemente tagliato a pezzetti.Versate in uno stampo imburrato e infarinato di circa 20 cm.Cuocete a 180 gradi per una mezz'ora circa.fate raffreddare spolverizzate di zucchero a velo e cannella.
Il cous cous è l'emblema della cooperazione femminile in cucina.Nel mondo arabo sono le donne a prepararlo per matrimoni,riunioni di famiglia,nascite.Questo cibo "culturale" ha anche una valenza psicologica.E' un cibo che porta bene,è fecondo,dona prosperità,infatti durante la sua preparazione non si può parlare di eventi negativi,ma solo di cose belle.
Ecco,questa è una ricetta che dedico a tutte le mie amiche della blogosfera,le vecchie e le nuove.Una ricetta al femminile,fatta come se in una grande cucina ideale ci fossimo tutte noi,intente a ridere,scherzare,confidarci.In un mondo,forse ideale,di una solidarietà tutta al femminile.Buona domenica!
(la ricetta in questione è alquanto inusuale.E' un cous cous dolce,che va servito in piccole dosi e in piccole cocottine a fine pasto e possibilmente mangiato con le dita)
Con questa ricetta partecipo al contest di Imma Dolci al cucchiaio
Cous Cous dolce
Ingredienti:
1 bicchiere di cous cous
1 bicchiere di acqua
1 noce di burro
datteri
uvetta rinvenuta in acqua
zucchero di canna
cannella
La dose è per quattro persone.Prendete il bicchiere di cous cous e mettetelo in una terrina.Scaldate il bicchiere di acqua con un pizzico di sale e rovesciatela sul cous cous.fatelo gonfiare per cinque minuti,dopo di che unite la noce di burro e sgranatelo con la forchetta.Unite lo zucchero secondo il vostro gusto,l'uvetta,i datteri tagliati e la cannella.Sistemate tutto in della piccole cocottine a seconda dei commensali e fate riposare per una decina di minuti.
I
l Papa era come al solito a "La Bodeguita del Medio".Un bicchiere tra le mani.Un delizioso sapore di lime,menta e rhum,di quello buono,di quello cubano.Uno strano formicolio alle mani,gli occhi che guardavano il suo amico Gregorio,le sue mani rese callose da troppe funi tirate,da troppe ancore buttate nell'Oceano.E quegli occhi "azzurri,indomiti".Il fumo acre del sigaro però sfumava i contorni dell'amico a poco a poco.....mentre .Charlie Parker suonava .... Hemingway pensò che Santiago era un nome migliore di Gregorio e che forse quello strano formicolio sarebbe cessato se avesse messo nero su bianco la storia di Santiago,di Manolin e dell'eterna lotta con il marlin........Si alzò,allegro e se ne andò alzando il cappello verso il barman come a ringraziarlo per aver preparato uno dei cocktail migliori al mondo...
Mi piace pensare che questa sia la genesi de "Il vecchio e il mare".Il Mojito ,che in questi ultimi anni ha conosciuto un revival, appartiene proprio alla Cuba degli anni Quaranta.Era insieme al Daiquiri il cocktail preferito dal Papa (il soprannome di Hemingway).Io l'ho preparato nella versione analcolica per farlo assaggiare anche alle mie figlie,per immergerle nelle atmosfere che vi ho raccontato ,con Charlie Parker in sottofondo e qualche breve frase de "Il vecchio e il mare" a far da contorno.Questa è quella che hanno apprezzato di più:"
Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono. ".Bella vero?
Ovviamente nella versione alcolica aggiungete del rhum bianco,in piccole dosi.Il vero Mojito non è molto alcolico,perchè i cubani usano berlo in vari momenti della giornata!
Mojito analcolico
Ingredienti:
10 foglie di menta fresca
1 lattina di soda
4 cucchiaini di zucchero di canna
1 lime
ghiaccio
In un tumbler mettete le foglie di menta fresca e lo zucchero di canna.Con un pestello cercate di pestare la menta in maniera tale da far uscire i suoi oli essenziali.Aggiungete il succo del lime,il ghiaccio e la soda.Mescolare leggermente per non togliere le bollicine alla soda,aggiungete delle fettine di lime e qualche foglia di menta fresca.Se volete aggiungere il rhum calcolate non più di 4-5 cl.Buon Mojito ^_^
"...Allora Sheherazade disse a sua sorella di prestarle
attenzione: e rivoltasi quindi a Schahriar diede principio
alla narrazione della prima novella, la quale, non essendo
terminata con lo spuntar del sole, fu però capace d’interessar tanto la curiosità del Sultano, che le permise di raccontarla il giorno appresso, e così interrottamente di Novella
in Novella poté la Favorita, col suo stratagemma, invogliare quel Sire ad ascoltarla per mille e una notte......."
Sheherazade è stata un mito della mia infanzia insieme a Candy Candy,Goldrake e le Charlie's Angels.Nella mia mente di bimba ero deliziata dalle storie che raccontava .La immaginavo vestita di veli,con degli smaglianti occhi azzurri,l'unica cosa visibile del suo viso.e sentivo odori,sapori d'Oriente ad ogni pagina che sfogliavo.
Oggi da adulta una volta appurato che Candy Candy era un pò troppo sfigatella e che Goldrake non esiste (che trauma infantile!Ero convinta che la montagna vicino casa mia fosse il suo rifugio segreto) beh,il mito che ancora mi è rimasto è proprio lei,Sheherazade.La vedo ancora con quegli occhi penetranti che mi guarda e so anche che è un prototipo di donna che mi piace.Una donna che usa la sua intelligenza,la sua astuzia,inventa,non attacca,ma pensa e si salva ....non la trovate di una sconcertante modernità questa figura?
Non posso fare a meno di pensarla quando preparo qualche piatto di vago sentore orientale come questo pollo,che riempie la mia dimora di profumi inebrianti,che sanno di mistero e di lontano.....
Con questa ricetta partecipo al contest del blog Fool For Food
Pollo alle olive,zafferano e uvetta
Ingredienti:
!00 gr olive verdi
petto di pollo intero (non a fette)
farina
1 bustina di zafferano
olio
burro
1 spicchio di aglio
sale
pepe bianco
50 gr uvetta
vino bianco
brodo di verdure(1 bicchiere)
1\2 cucchiaino di cannella
Fate rinvenire l'uvetta in una tazza con dell'acqua tiepida.tagliate a dadini il pollo e infarinatelo.In una padella fate soffriggere un pò di burro,1 cucchiaio di olio e lo spicchio di aglio.Aggiungete il pollo,il vino,fate sfumare mantenendo però sempre un buon livello di umidità.Aggiungete le olive tagliate a rondelle,il sale e una spruzzata di pepe bianco.Unire un bicchiere di brodo di verdure e lo zafferano.Mettete il coperchio (essenziale perchè il pollo mantenga la sua morbidezza) e portate a cottura con la fiamma al minimo.Cinque minuti prima di spegnere unite l'uvetta e la cannella (se vi piace).Mi raccomando di mantenere sempre un buon livello di liquidi.Il fondo di cottura che accompagna questo pollo è il segreto della sua bontà!
"....Bella mattinata.Piena di luce.
Soffia un vento lieve.
Lo straordinario sole dell'Africa.
Azzurro profondo.Uccelli bianchi.
Sotto,sedie
calde sulla sabbia.
E naturalmente il mare.
Comunque mancano alcuni alberi.
E una o due navi sul fondo.
Per indicare
che uno può sempre partire."
non so di chi siano i versi qui sopra.So solo che sono scritti in un vecchio foglietto strappato da un giornale che mi porto dietro dalla notte dei tempi.Leggerli e farli miei è stato un tutt'uno.Ci sono io in poche righe,il mio essere.C'è la libertà di ogni individuo.Quelle navi sul fondo...si può sempre partire,si può sempre ricominciare.Anche se non fisicamente,con la testa.Si,si può.Anzi si deve.Sempre.
La prima parte della poesia narra di un cielo azzurro,del sole,della sabbia.Chiudete gli occhi.A quale sapore accostereste queste sensazioni?Io al cocco.Il profumo del caldo.E infatti oggi vi ripropongo un'altra ricetta con questo ingrediente,ma usato in una maniera inusuale.Ho messo insieme tre ricette e questo è il risultato.Con questa ricetta partecipo al contest di Morena:Un dolce aal mese:il cocco
Ciambella rovesciata allo yogurt,limone e cocco
Ingredienti:
1 vasetto yogurt bianco da 125 gr
2 vasetti di zucchero (usate il vasetto dello yogurt vuoto come unità di misura)
3 vasetti di farina
1 bustina di lievito
1 vasetto di olio di semi di girasole
1 limone (di cui userete la scorza grattugiata e il succo)
per il crumble
120 gr di cocco grattugiato
4 cucchiai di acqua
50 gr burro
4 cucchiai di zucchero di canna
Crumble:in un pentolino fate tostare la noce di cocco grattugiata.Aggiungete il burro lo zucchero di canna e l'acqua.Formate un composto e mettetelo nello stampo a ciambella imburrato e infarinato.
Dividete i tuorli dagli albumi e montate a neve quest'ultimi con un pizzico di sale.Montate pet una decina di minuti i tuorli con lo zucchero,aggiungete lo yogurt,la scorza del limone e il succo.Gradatamente incorporate la farina setacciata con il lievito.Aggiungete gli albumi montati a neve.
Prendete questo composto e mettetelo nello stampo a ciambella,esattamente sopra il crumble di cocco.fate cuocere a 200 gradi per una decina di minuti,proseguite per altri trenta minuti abbassando la temperatura a 180 gradi.Una volta cotta,fate raffreddare per bene (altrimenti il crumble funge da colla)!vi accorgerete che questo crumble darà una croccantezza particolare e aromatica alla ciambella stessa.Provate!!!
Mi serve un termine in italiano che riesca a rendere bene l'idea di questo appellativo francese: Moelleux,cioè morbidoso,sofficioso,un dolce che si scioglie in bocca.Ed è vero.Questa mini torta mantiene tutte le promesse presenti nel momento in cui la si pronuncia.Pochi ingredienti e un ottimo risultato.
nella lista vedrete la presenza del latte di cocco.Potete sostituirlo con del latte vaccino.Io la prossima volta,invece di acquistarlo in un Indian Food proverò a farlo da me.Ho scovato infatti un link molto interessante fare in casa il latte di cocco di Alimentipedia.La ricetta viene dal blog francese di Mathilde en Cuisine.Con questa ricetta partecipo al contest di Morena Un dolce al mese:il Cocco
Moelleux al cocco
Ingredienti:
100 gr farina
1/3 di lievito chimico (all'incirca 5 gr)
70 gr noce di cocco grattugiata (anche quella che comunemente chiamiamo farina di cocco)
100 ml latte di cocco (o latte vaccino)
45 gr burro fuso freddo
2 uova
70 gr zucchero
1 pz di sale
Separate gli albumi dai tuorli e montate i primi a neve con il pizzico di sale.In una ciotola sbattete a lungo i tuorli con lo zucchero (la mia mamma diceva finchè le uova non scrivono!!) e aggiungete il latte di cocco e il burro fuso,continuando a mescolare delicatamente.Incorporare il cocco grattugiato e la farina con il lievito.aggiungere poi i bianchi montati a neve,avendo cura di mescolare sempre nella stessa direzione.Imburrate e infarinate uno stampo di 20 cm e cuocete per una mezz'oretta.servitelo freddo.Anzi vi dirò di più:passatelo in frigo e servitelo con una pallina di gelato neutro o proprio al cocco.E' buonissimo e ci si può anche pranzare!!
Ricotta e creta.Avete mai pensato alla ricotta come alla creta?Vi sembra azzardato?Pensateci.La creta è materia senza forma.Non aspetta altro che una mano fantasiosa e capace.Può essere tutto.Ma anche il suo contrario.
Ora pensate alla ricotta.Questo formaggio-non formaggio è materia plasmabile allo stato puro.Può farvi dimagrire se inserita in un contesto dietetico,ma anche essere la protagonista di dolci succulenti,ricchi di calorie-Può essere la protagonista indiscussa di primi piatti come di dolci.O un'attrice "di spalla"amalgamata ad altri ingredienti di cui alla fine non fa che esaltarne il sapore.Versatile e plasmabile ricotta!Qui è lavorata con la panna e la sfoglia.Sono dei semplici bicchierini,ma seducono il palato con le due consistenze protagoniste della ricetta:la sfoglia e la morbidezza della crema.
Bicchierini di ricotta panna e sfoglia
Ingredienti:
1 rotolo di pasta sfoglia
250 gr ricotta(viene meglio con quella di pecora)
200 ml panna fresca da montare
zucchero(secondo il vostro gusto)
1 spolverata di cannella
1 limone grattugiato
cioccolatini per decorare
zucchero a velo
Prendete la pasta sfoglia,tagliate con il coppapasta dei cerchi,bucherellateli con le punte della forchetta,spolverizzateli di zucchero a velo e cuocete per una decina di minuti a 180 gradi.Fateli raffreddare e metteteli da parte.
Lavorate la ricotta con lo zucchero e la scorza grattugiata del limone fino ad ottenere una crema.Lasciate riposare in frigo per tutta la notte.Al mattino prendete la panna,montatela ed amalgamatela alla ricotta lavorata.Ora componete i bicchierini.Sul fondo adagiate il disco di sfoglia ,riempite con la crema di panna e ricotta,spolverizzate con la cannella e decorate con i cioccolatini la superficie.Volendo potete comporre il dolce facendo vari strati di pasta sfoglia,in questa maniera il dolce risulta ancora più gustoso!
"Ma non facciamo prima se ti regalo il piccolo chimico?"Queste le parole di mio marito di passaggio in cucina.Perchè dalla semplice riproduzione di ricette sto passando alle mie personali elaborazioni.Stavolta è toccata al succo d'Ace che giaceva in frigo.Lo guardavo,mi guardava,cercava di nascondersi tra l'insalata e l'anguria ma l'ho acchiappato lo stesso.Il risultato è questa specie di budino,buono e dal gusto insolito.Gustatelo ben freddo!
Gelo al succo di ACE
Ingredienti:
250 ml di succo d'ace
250 ml acqua
125 gr zucchero
70 gr amido di mais
Mescolate il succo di ace,l'acqua,lo zucchero e l'amido.Portate ad ebollizione,spegnete,mettete negli stampini e fate raffreddare per una notte intera.Tutto qui!!