Isabel e Diego come Romeo e Giulietta.
Siamo nel XIII a Teruel, in Aragona. Una cittadina talmente bella da essere dichiarata patrimonio dell'Unesco.
Isabel è una ricca ragazza di buona famiglia.
Diego è ricco solo d'amore e di coraggio.
Si amano.
Tanto.
Ma non basta.
Non basta in un'epoca di matrimoni combinati,bdi interessi e di casate il cui onore e prestigio vengono prima di qualsiasi sospiro amoroso.
Diego parte.
Alla ricerca di un onore e di una ricchezza da poter presentare come un moderno curriculum vitae al padre di Isabel. Contrario ed astioso nei confronti del ragazzo.
La guerra la sua meta.
La speranza di poter sposare la sua amata l'agognato premio.
Lotta Diego, animato dal fervore amoroso e dalla giovane età.
E torna in patria, torna a Teruel con il cuore in mano.
Ma un'amara sorpresa lo aspetta.
Isabel è andata in sposa a un ricco nobile nel frattempo, per volere del padre.
Diego vede crollare i suoi sogni, le sue aspettative.
Le chiede un ultimo bacio.
Bacio che Isabel gli nega, fedele ai suoi doveri di sposa.
Quel bacio negato è l'inizio della fine.
Perchè tanto ne soffre Diego da morire di crepacuore.
Amore che salva e amore che uccide.
Il giorno successivo, durante i funerali del giovane, una donna vestita a lutto si china sul feretro. E' Isabel, intenzionata a dare quel bacio negato al suo amato e ormai perso Diego.
Le sue labbra toccano quelle del giovane.
In quell'istante Isabel muore.
Tempo e spazio per amarsi.
I due giovani hanno raggiunto la loro meta.
I loro corpi sono custoditi nel Mausoleo de Los Amantes,vicino alla chiesa di San Pedro .Vicini, mano nella mano.
Per l'eternità.
Ho un debole affettivo per la Spagna.
Mio fratello , nei suoi viaggi in giro per l'Europa, trovò l'amore in quel di Madrid.
Lei era bella, alta occhi e capelli neri.
Con quella "esse" sibilante che rende la cadenza iberica cosi seducente!.
Mi riempiva di regali nonostante la distanza Madrid- Roma.
Ma la cosa più bella di questa ragazza era il fratello.
Carlos.
L'eroe dei miei tredici anni.
Per lui, diciottenne , ero una specie di mascotte.
O di piccola amica da istruire.
Su cosa?
Non pensate male.
Sul calcio.
Mi fece una testa tanta che alla fine recitavo a memoria la formazione del Real Madrid, sapevo vita morte e miracoli del suo capitano, recitavo a memoria la composizione del Quinta del Buitre e indossavo la sciarpetta del Real (che tenevo come una reliquia perchè regalatami da Carlos in persona) insieme a quella della mia amata Juve.
Oggi fatico a ricordarne il suo viso.
La vita ci ha portato altrove.
Ha tolto e dato in maniera bizzarra.
Ma l'amore per i colori e i sapori iberici...quelli me li ricordo tutti.
Le patatas bravas in particolare.
Appartengono al regno delle tapas,ovvero di tutte quelle "stuzzicherie" che accompagnano l'aperitivo spagnolo.
Di tale piatto mi ricordo le sfide, le varie ricette, si mette o no il pomodoro, è originario di qui e invece no, viene da tutt'altra parte.
Quello che vi posso dire è che sono proprio buone!
Non ho la pretesa di riportarvi la ricetta originale ma solo quella tra le tante che mi è sembrata simile a quella preparata a Madrid.
Fonte:
PATATAS BRAVAS
ingredienti:
4 patate
olio per friggere
per la salsa:
1\2 cipolla
3 spicchi di aglio
2 peperoncini di cayenna
1 cucchiaio di paprika
1 tazza di pomodori freschi tritati
1 cucchiaio di farina
aceto
1 cucchiaio di zucchero
olio sale
Mettere a bollire una pentola media, piena di acqua fredda salata.
Sbucciate e tagliate le patate a cubetti irregolari di due-tre centimetri. Quando l'acqua bolle, versatele e fatele cuocere per 12 minuti.
Scolatele ed asciugatele per bene.
Intanto preparate la salsa:
Tritate l'aglio, la cipolla e i peperoncini separatamente
Mettere la cipolla a soffriggere in una padella con 2 cucchiai di olio extravergine finchè non diventa trasparente. A questo punto unite l'aglio e i peperoncini tritati.
Quando vedrete l'aglio dorato, togliete la padella dal fuoco, aggiungete la paprica e mescolate bene.
Rimettete sul fuoco, unite il pomodoro, e cuocete per altri cinque minuti. Regolate di sale. Aggiungete lo zucchero.
Sciogliete la farina in mezzo bicchiere di acqua e versatela nella salsa. Mescolate bene e cuocete per un quarto d'ora,aggiungendo mano mano altra acqua per non far restringere troppo la salsa (deve avere una consistenza cremosa).
Aggiungere l'aceto (io ne ho messo 1 cucchiaio), far evaporare brevemente e togliere dal fuoco.
Frullare la salsa col frullatore ad immersione e mettere da parte.
Scaldate in una capiente padella abbondante olio. Friggete le patate pre-lessate fino a che non avranno una bella crosticina croccante.
Scolatele dall'olio in eccesso ,regolatele di sale e servitele accompagnate dalla salsa
Non conosco molto la Spagna, credo di essere stata solo sulle isole, che sono comunque bellissime. Queste patate sembrano molto gustose, i piatti spagnoli sono spesso molto saporiti e "spicy", che in estate aiutano a soffrire meno il caldo (se quest'anno arriva).
RispondiEliminaUna buona giornata e un buon we!
Rubina
La Spagna, in particolare l'Andalusia, sarà la meta delle nostre vacanze, e non vedo l'ora di scoprirne anche i tesori culinari. Nell'attesa mi posso "allenare" con queste patatas bravas, che sembrano davvero deliziose!
RispondiEliminaA presto
Giulia
Originali o no mi piacciono da morire!!!!
RispondiEliminaQuanti ricordi nelle patatas bravas...
RispondiEliminauna bella storia che fa da contorno ad una ricetta di patate molto gustosa
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